Il Vescovo incontra gli insegnanti di religione: formazione permanente e stile di vita per un servizio davvero complesso

Nei giorni scorsi il vescovo Mariano Crociata ha incontrato gli insegnanti di religione cattolica (Irc) in servizio nelle scuole pubbliche presenti nella diocesi pontina. Con lui, don Gianni Checchinato, direttore dell'Ufficio per la Pastorale scolastica e universitaria e per l'Irc, il quale ha condotto un momento di preghiera iniziale e introdotto poi l'incontro. Un'occasione per trarre un bilancio dell'anno trascorso ma anche per guardare alle prospettive future; in ultimo però molto lo spazio dedicato alla riflessione sulla natura e il senso del lavoro e del servizio degli insegnanti di religione.

A riguardo il vescovo Crociata, parlando più in generale della considerazione generale verso questa materia, ha ricordato che: «Uno che insegna religione, per il solo fatto di essere tale e di fare tale attività, appare impegnato o compromesso che dir si voglia nella sua persona; è una persona che comunque appartiene a un mondo religioso e non c’è nulla che possa sottrarla a un tale costitutivo collegamento e legame».

Nel corso dell’incontro sono emersi altri spunti di riflessione attraverso i quali affrontare più concretamente la dimensione dell’insegnante di religione. Per esempio, «la conferma della necessità della formazione permanente». Tuttavia, accanto al tema della professionalità vanno aggiunti altri aspetti on meno importanti. Tra i vari aspetti positivi, ha ricordato il Vescovo, «c’è l’aspettativa circa la serietà dell’adempimento del proprio dovere e la diligenza e competenza nello svolgimento del proprio lavoro da parte di chi viene da quel mondo» ecclesiale cui rimanda l’Irc. Un secondo punto: «Ci si aspetta che l’Irc sia persona retta e professionale ma anche uomo o donna di relazione, capace di creare intesa, collaborazione, condivisione, non rotture, tensioni, malumori, peggio ancora pettegolezzi e calunnie. La vostra presenza deve essere seria ma pacificante, deve portare al superamento di eventuali tensioni, incomprensioni, liti, certo nel rispetto delle esigenze della giustizia, e quindi dei diritti e dei doveri propri di ciascuno».

Non è stato dimenticato un terzo aspetto che riguarda «il rapporto con gli studenti e con le loro famiglie. Insieme a tutto ciò che la scuola chiede, bisognerebbe favorire la disponibilità e le occasioni di ascolto e dialogo». Infatti, il Vescovo ha raccomandato «che da una persona che rappresenta comunque la Chiesa ci si aspetta accoglienza, disponibilità, capacità di ascolto e di attenzione alla persona».
Infine, un ultimo punto: «Per quanti – docenti, studenti, altro personale, famiglie – incontrate nella scuola, voi dovreste essere persone che naturalmente collegano coloro che sono credenti con la comunità ecclesiale, a cominciare in concreto dalla parrocchia».