Funerali di mons. Renato Di Veroli: un sacerdote tutto d’un pezzo, con una dedizione appassionata alla Chiesa

Questa mattina, nella cattedrale di Latina, sono state celebrate le esequie di monsignor Renato Di Veroli, deceduto lunedì sera presso la sua abitazione, storico parroco di Santa Maria Goretti in Latina. Il rito delle esequie è stato presieduto dal vescovo Mariano Crociata e concelebrato da numerosi sacerdoti del presbiterio diocesano: accanto al vescovo il Vicario generale, monsignor Mario Sbarigia, il parroco e il vicario parrocchiale di Santa Maria Goretti, rispettivamente don Anselmo Mazzer e don Luca di Leta, numerosi anche i diaconi della diocesi che hanno preso parte alla celebrazione. Presenti anche le massime autorità civili, come il Commissario prefettizio di Latina, Giacomo Barbato, e il sindaco di Sezze, Andrea Campoli, la cui città di cui era originario monsignor Di Veroli, il vicario del Prefetto di Latina.

Nella sua omelia il vescovo Crociata ha ricordato che «Don Renato è stato – come si suol dire – un sacerdote tutto d’un pezzo, con una dedizione appassionata alla Chiesa, di cui ha abbracciato con prontezza il rinnovamento portato dal concilio Vaticano II; ma con non minore dedizione egli si è impegnato nella vita della città e dell’intera comunità civile, nella fase più dura della guerra e della ricostruzione e ugualmente nei decenni successivi. Questo sguardo a una figura esemplare di sacerdote e al suo secolo di vita – che abbraccia la storia della sua persona, ma anche di una Chiesa, di una città, di un intero territorio – ci mostra ad evidenza che quella di oggi è soprattutto una celebrazione di ringraziamento».

Sempre il Vescovo ha ricordato alcuni passi del testamento di don Renato, che è del 2003, in cui scrive: «Ora sto per presentarmi davanti al Signore per il “redde rationem”. Chiudo questa vita terrena e mi aspetta “sora nostra morte corporale”. Sono stato educato a vedere la morte come un partire ringraziando. “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito” (Lc 29,46)». Un senso di serenità e di severità ha accompagnato quest’ultima fase della vita di don Renato, e in ultimo anche la sua morte. Lo stesso senso che si coglie leggendo, sempre nel suo testamento, a proposito della sua fine: «Niente elogi. Si prenda occasione per fare una profonda meditazione sulla morte: nostra Pasqua. Inizio della vera vita. Niente epigrafi per la città. Niente ricordini. Chi mi ha conosciuto non ha bisogno di foto per ricordarmi: mi ricordi nella preghiera».

L’intera omelia del vescovo Mariano Crociata è disponibile cliccando su questo LINK.