Festa di Sant’Anna. Il vescovo Crociata: «Un maggiore impegno nella cura dei giovani»

Ieri sera, alle 21, il vescovo Mariano Crociata ha presieduto la Santa Messa per la festa di Sant’Anna, presso l’omonima parrocchia di Pontinia. Nel corso della sua omelia, monsignor Crociata ha ricordato le varie inchieste nazionali sulla denatalità in Italia cui si aggiunge il fatto che «la capacità di far crescere nuove generazioni vitali e forti sembra smarrita». A ciò si aggiunge il fenomeno sempre meno raro di «giovani genitori che sono carenti, se non privi, – più che di risorse economiche – di forza morale, psicologica, e a volte anche fisica, per accudire e allevare un bambino», aggravato anche dall’attuale situazione del distanziamento fisico e anche sociale causato dalla pandemia di coronavirus.

Chiesa di Sant’Anna (per gentile concessione di Mario Javarone)

Proseguendo, il Vescovo è arrivato a spiegare quello che secondo lui è il messaggio della festa di S. Anna di quest’anno: «Prendiamoci cura dei nostri bambini e ragazzi con una nuova consapevolezza. Ne abbiamo bisogno noi adulti, perché finora abbiamo dato mostra di sfiducia nel futuro e di ripiegamento su noi stessi. La crisi epidemica può diventare un’opportunità per una svolta, per imprimere una direzione nuova alla nostra vita».

 

Di seguito è riportata l’intera omelia del vescovo Mariano Crociata:

«Dobbiamo confessare di essere in difetto, e precisamente in difetto di fiducia. Non ci sentiamo tranquilli perché gli strascichi dell’epidemia non sono del tutto scomparsi e non sappiamo se ci sarà una nuova ondata oppure no. Nel frattempo, stiamo cercando timidamente di riprendere il ritmo ordinario della nostra vita, nella speranza che tutto possa tornare come prima, anzi meglio di prima. È un bel segno che abbiate voluto – comunità ecclesiale e amministrazione civile – tenere anche quest’anno la festa di S. Anna. In questo modo avete dichiarato che volete andare avanti, reagire e lottare per superare le difficoltà. Questo è profondamente sano e intimamente cristiano. La vostra festa patronale torna con l’invito a non lasciarsi prendere dallo scoraggiamento e dalla paura, e con la consapevolezza che ci sono motivi ed energie sufficienti per superare la prova e i pericoli che si affacciano all’orizzonte.

Quando una generazione si trova ad affrontare sfide come quella in corso, riscopre il punto di forza per la sua ripresa nei nuovi nati, nei piccoli, nei ragazzi e giovani. Dedicarsi a loro è il modo adeguato di reagire e superare un passaggio difficile. Diverse esperienze segnalano, però, che proprio in tale punto si annida non solo la leva per tirarci fuori dal pericolo ma anche il rischio che la nostra fragilità l’abbia vinta e ci veda soccombere. Questa crisi conseguente all’epidemia non ha creato il problema, ma ha rivelato e enfatizzato un problema che abbiamo da molto prima. E il problema lo indicherei così: la natalità si abbassa paurosamente e la capacità di far crescere nuove generazioni vitali e forti sembra smarrita. Non ci stupiamo perciò delle difficoltà che incontriamo a far crescere ragazzi e giovani pieni di fede e dalla profonda esperienza cristiana, perché mancanza di fiducia nel futuro e mancanza di fede vanno di pari passo.

Almeno tre grandi inchieste hanno, proprio in questi mesi, evidenziato il livello drammatico del fenomeno della denatalità in Italia e sono sempre meno rari i casi di giovani genitori che sono carenti, se non privi, – più che di risorse economiche – di forza morale, psicologica, e a volte anche fisica, per accudire e allevare un bambino. In questa situazione aggravata negli anni, si è aggiunto, con la crisi recente, un distanziamento fisico che ha sottoposto bambini e ragazzi a una rottura delle relazioni con i coetanei che rischia di compromettere non solo l’apprendimento ma la serenità della persona e l’equilibrio della crescita. Lo sforzo di tutti deve mirare a rendere possibile una ripresa in presenza della vita scolastica e parrocchiale, con la necessaria prudenza ma anche valorizzando tutte le condizioni che possono consentirla.

È questo il messaggio della festa di S. Anna di quest’anno: prendiamoci cura dei nostri bambini e ragazzi con una nuova consapevolezza. Ne abbiamo bisogno noi adulti, perché finora abbiamo dato mostra di sfiducia nel futuro e di ripiegamento su noi stessi. La crisi epidemica può diventare un’opportunità per una svolta, per imprimere una direzione nuova alla nostra vita. S. Anna ci ricorda che veniamo a questo mondo con un dono di valore inestimabile quale è la vita, e che il modo adeguato di apprezzare e accogliere un tale dono è spenderlo per gli altri e con gli altri e restituirlo alle nuove generazioni. Molti di voi lo stanno facendo. So bene quanto siano vive le associazioni parrocchiali e quanto bambini e ragazzi siano vivacemente partecipi delle attività che qui vengono svolte. Ma c’è una cultura che va coltivata e diffusa, un nuovo protagonismo delle giovani coppie e delle nuove famiglie perché si alleino le une con le altre per un progetto di città e di comunità ecclesiale giovane e vitale. C’è bisogno di una alleanza per la vita e di un patto per l’educazione, al quale ciascuno porti il proprio contributo di convinzione personale e di partecipazione fattiva. Senza una simile alleanza e un tale patto anche la fede è a rischio.

Di qui l’augurio che vi rivolgo e la preghiera che insieme vogliamo affidare all’intercessione di S. Anna».